TRASH DESIGNER

Carola Pasquino

Interviste

TRASH DESIGNER

Carola Pasquino

Interviste
Hai scelto di definirti in un modo molto particolare, avvicinando il concetto di design a quello di… spazzatura. Che cos’è il Trash Design?

Ho voluto associare la parola trash alla parola design in modo provocatorio in occasione dell’allestimento progettato per Vifra per il Fuorisalone del Mobile di Milano. Questo evento aveva un respiro internazionale e la scenografia che vestiva i contenuti ed i prodotti esposti era molto importante. L’azzardo linguistico in questo caso era parte integrante della scenografia. Fatta questa premessa è importante capire che la progettazione su cui si basano le mie consulenze creative si rivolge ai materiali che si accumulano nei magazzini delle aziende; giacenze di vario genere che devono essere smaltite con costi, spesso, elevati… il trash. Il mio intervento, che definisco di creatività sostenibile, mira a evitare lo smaltimento e a dare nuova vita ai materiali per re-immetterli sul mercato con un nuovo e più alto valore etico-economico… il design.

Arte, ma anche sostenibilità. Hai dimostrato che è possibile fare di ciò che è considerato scarto un gioiello: in che modo e, soprattutto, perché?

Non ho la presunzione di fare Arte, ma sicuramente il mio stile di vita, il pensiero creativo e l’approccio ad ogni singolo progetto abbracciano il concetto di sostenibilità. I “gioielli” realizzati con l’utilizzo degli scarti plastici di Vifra sono nati per festeggiare i cento anni dalla nascita del Movimento Futurista. Arte, Architettura e Moda sono state travolte da questo Movimento, c’è stata una rottura con il passato e, al tempo stesso, una grandissima energia per conoscere e costruire il futuro. Mi sono semplicemente chiesta cosa oggi è futuribile, e la risposta è stata altrettanto semplice: futuribile è tutelare l’ambiente in cui viviamo, minimizzare gli sprechi, sfruttare la creatività per ri-utilizzare ciò che la “fabbrica”, tanto amata dai Futuristi, oggi produce come scarto. Così, le geometrie degli elementi plastici mi hanno ispirata, come fossero pietre dure e preziose. Da questa sensazione è nata l’idea di creare collane e pendenti da indossare. Oggetti moderni il cui valore intrinseco è enfatizzato dalla persona che li indossa, perché quella persona ha compreso ed abbracciato lo spirito del progetto.

Quali caratteristiche rendono la plastica adatta allo scopo di creare un gioiello?

Nell’esperienza legata alla mia collaborazione con Vifra, la plastica utilizzata proviene dal settore della cosmesi, della profumeria e della rubinetteria. Questo tipo di plastica si presta alla composizione di un “gioiello” perché ha forme semplici, grandezze variabili, e soprattutto perché è in buona parte già forata. Quest’ultimo aspetto è fondamentale per l’assemblaggio degli oggetti, perché ho potuto usare i singoli pezzi “puri”, esattamente come la macchina li ha rilasciati, senza dover intervenire con altri strumenti o collanti. Gli anelli, i coni, i quadrati, le piccole minuterie si plasmano nelle mie mani con incastri ed elementi tessili annodati. La rigidità della plastica e la brillantezza delle cromature sono smorzate dai tessuti di seta, cotone e lana. Il felice mix di fashion design, ispirazione futurista e tema ambientale danno vita ad oggetti stravaganti, ma comunque raffi nati, dotati di una creatività sostenibile che, come già detto, è il motore di tutto il progetto e più in generale della mia attività di designer-artigiano.